Museo Casa Vasari

La casa di Giorgio Vasari

Dalla chiesa di San Domenico si possono seguire i cartelli per la casa di Giorgio Vasari, situata in Via XX Settembre al numero 55.

La casa fu progettata dallo stesso Vasari, scultore-architetto-pittore, nato ad Arezzo nel 1511. Il suo maggiore contributo alla cultura è dovuto a “Vite de’ più eccellenti architetti, scultori ed pittori”, un tentativo di inquadrare l’operato degli artisti nel loro contesto sociale. Il Vasari fece della sua immaginazione e del suo estro artistico la mano per abbellire la sua casa: affrescò gran parte della sua abitazione con ritratti e personaggi della mitologia, andando a realizzare un interno abitato tra i più curiosi e particolari della Toscana.

Tra i ritratti raffigurati nelle pareti, il turista può ammirare quello della moglie ritratta come la musa dell’amore coniugale, visibile nella “camera di Apollo”, mentre nella “camera della fama” si possono notare i ritratti di Michelangelo Andrea del Sarto.

Il resto della casa è affrescato con dipinti di minor spessore ma che contribuiscono alla magnificenza e particolarità della casa del Vasari.

Dimora aretina di Giorgio Vasari che ne curò personalmente la sistemazione, la decorazione e l'arredo, costituisce un significativo esempio di residenza privata di artista nel gusto del manierismo toscano.

Nella sua autobiografia il Vasari ricorda di aver acquistato nel 1540 "una casa principiata in Arezzo, con sito da far orti bellissimi, nel borgo di San Vito, nella miglior aria di quella città".

L'ultimo erede dei Vasari, nel 1687, donò per volontà testamentali di Giorgio, la casa alla Fraternita dei Laici; dopo la rinuncia dell'ente e successivi passaggi di proprietà, nel 1911 fu acquisita dallo Stato per esser destinata a sede del Museo e dell'Archivio vasariano (dove si conservano il carteggio dell'Artista con Michelangelo, Pio V, Cosimo I e con i più insigni letterati del suo tempo). Restaurata nel 1955 fu dotata di opere di ambito vasariano scelte nei depositi delle Gallerie fiorentine. La facciata era originariamente più stretta, con due ordini di finestre a mostre litiche ed un grande portale di accesso. Internamente
l'edificio ha conservato in gran parte la struttura e le decorazioni originali, salvo gli interventi di ridipintura effettuati nel 1827 da Raimondo Zaballi. Il piano nobile (l'unico aperto al pubblico) tra il 1542 e 1548 fu interamente decorato dal Vasari, con la probabile collaborazione di Cristofano Gherardi: "una testimonianza fra le più fresche e spontanee della sua vena pittorica".
Esso è principalmente costituito
da quattro stanze, la Sala della Fama con le Quattro Arti, la Camera di Apollo e le Muse, la Sala di Abramo e la Sala del Camino, le cui pareti espongono attualmente la preziosa raccolta di opere di Giorgio Vasari
e di artisti suoi collaboratori, rappresentative della pittura cinquecentesca.

È visitabile anche il giardino pensile, ridotto rispetto alla sua forma originaria per lo scorporo della "limonaia" e frutto di un restauro in stile rinascimentale con le aiuole di forma geometrica con siepi di bosso e fontana al centro.